La clessidra.
La clessidra.
(Bigazzi – Masini)
Corri, corri, corri, che la vita se ne va
e tutto è troppo tardi, tutto è sempre un po’ più in là
e la clessidra perde la sabbia
e il tempo ci denuda a forza di dubbi.
Tutto sembra fermo nella sua velocità
e, se Francesca dorme, è già diamante e non lo sa,
gli avvenimenti sono in ritardo,
estremamente lenti, più del ricordo.
La nostalgia del presente mi raggiungerà
e la clessidra è un mostro intelligente,
Cristo fa che non sia lei, nel cesso di un bar,
quell’angelo che vomita per le vertigini
che questa vita dà a spruzzo su di noi,
che diventiamo uomini al prezzo degli eroi.
E tutto è sempre troppo tardi, sempre un po’ più in là
e, sbriciolando di ricordi la clessidra, e, sbriciolando di ricordi la clessidra…
essere in due, pensa che forza ci dà,
Francesca, essere in due ci salverà, ci salverà!
Corri, corri, corri, tutto sembra andare via,
l’inchiostro dai quaderni, la tristezza e l’allegria,
io, come un cervo avvelenato,
sento cadere i nervi, muscoli e fiato.
Tutto è sempre troppo tardi, sempre un po’ più in là
e, sbriciolando di ricordi la clessidra…
fa che non sia lei quell’alito di addio,
telefono che penzoli, aspetta arrivo io,
e fa che non sia lei la tragica metà,
di una clessidra arrovesciata e pillole qua e là.
È tempo di resurrezione, aspetta amore mio,
che tira un vento nuovo di canzone, aspetta!
E fa che sia io ad asciugarmi di te
e poi cerchiamo anche un Dio,
che forse c’è, che forse c’è!
È tempo di resurrezione, aspetta amore mio,
che tira un vento nuovo di canzone, aspetta,
aspetta, aspetta, aspetta, aspetta!
Aspetta, aspetta! Aspetta, aspetta!