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Lasciaminonmilasciare.

Lasciaminonmilasciare. (Bigazzi – Masini – Nestico) Lasciami, che cosa cambia? Che ci facciamo in questo pomeriggio, con gli occhi chiusi come una finestra davanti al mare azzurro e giallo di Viareggio? Lasciami in questo albergo di specchi strabici e di tende consumate, ad ascoltare l’infinito tango del tempo che da inverno ridiventa estate. Lasciami un po’ per giorno, un po’ così, piccoli presentimenti di un addio, oppure lasciami tutto d’un...

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La danza della ragione.

La danza della ragione. (Bigazzi – Masini) Questa cosa cammina da sola, senza troppo interesse, senza il nodo che stringe la gola, senza grandi scommesse, senza troppo rumore di fondo, senza troppo rancore, senza spingere i piedi sul mondo come accelleratore. Questa cosa va avanti, si svela e si finge straniera, parla un’altra sintassi e rivela spossatezza leggera, nella pagina bianca, di lato, giusto ai piedi del letto, t’innamori da...

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L’ultima birra.

L’ultima birra. (Bigazzi – Masini) Ci vuole un’altra birra, un’altra gioventù, e un cuore di bottiglia, per non amarti più. Ci vuole il cameriere gentile che lavora qui e un bagno, dove andare a piangere pipì. Non cambia nulla e il tempo affoga nell’ultima birra, ma, se potessi berla insieme a te, me ne farei due grandi baffi, per strappare quel sorriso dai tuoi occhi dolci e buffi, che, se...

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Vivere liberamente.

Vivere liberamente. (Bigazzi – Masini – Falagiani – Nestico) Vivere, vivere liberamente e superare il concetto di tempo! La porta è nascosta da una tenda di menzogne e ambiguità e la risposta chiede alla domanda: «Di là chi c’è?», e si rovescia l’eco dell’enigma: «Chi c’è di là?», la nostra vita è tempo che sprofonda e non lo sa… La porta è in fondo a destra, prima del dolore, e...

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Errori.

Errori. (Bigazzi – Masini – Falagiani) Come spiccioli di mancia qui sul tavolo di un bar, come pillole d’angoscia prima di cambiar città, questi vecchi creditori che mi inseguono, oramai, da trentotto calendari, li conosco: sono i miei errori, che non rifarei, li ho pagati cari, come oggetti rari, e ora sono i miei, ora sono i miei. E finché non ci sbatti i denti sul cemento di un addio,...

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Figlio della polvere.

Figlio della polvere. (Bigazzi – Masini) Fra i ragazzi di una strada, come chicchi di caffè, da una telecamera, ora, gli occhi tuoi, sorridendo lacrime, parlano coi miei. La tua bocca bianca e rosa oggi cosa mangerà? Forse pane e polvere unti di pietà, non le nostre chiacchere, le nostre ambiguità. Ma se nasci lì, dimmi come puoi difenderti dall’ipocrisia, dalla siccità degli uomini e se nasci lì, dimmi come...

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